E’una stangatina invisibile (gli italiani se ne accorgeranno quando compileranno il 730 o il 740 del ’99) ma che non fa distinzioni. La riduzione dal 22 % al 19 % dell’aliquota di detrazione delle spese piu’ diffuse (mutui, spese mediche, assicurazioni, tasse scolastiche) colpisce indistintamente tutti. Per ogni milione di onere detraibile si dovranno sborsare 30 mila lire in piu’. Una famiglia che ha un mutuo di sette milioni ora potra’ detrarne solo 1.330.000 contro 1.540.000 lire di oggi. Con un aggravio, quindi, di 210.000 lire. Piu’ tasse anche per chi ha i figli che vanno a scuola, per chi ha avuto un lutto in famiglia. Un taglio decisamente fastidioso e che riduce al lumicino il vantaggio degli oneri detraibili. Ma che ha effetti anche sulle decisioni di investimento. Prendiamo ad esempio le polizze vita. Finora il contribuente poteva detrarre il 22 % del premio, fino a un massimo di 2,5 milioni. Lo sconto Irpef era, quindi, di 550.000 lire. Ora il beneficio si ferma a quota 475.000 lire, meno 75.000 lire. Ma cosa cambia in termini di rendimento? Ipotizziamo un contribuente che versa per dieci anni un premio di un milione. La rivalutazione e’ del 6 % , i costi del 10 % . Con l’aliquota di detrazione del 22 % il risparmiatore si trova ad aver versato 7.800.000 lire nette (10 milioni meno il 22 % ) e incassera’ un capitale di 11.983.000 lire. Il rendimento effettivo e’ del 7,69 % . Con detrazione al 19 % il rendimento effettivo scende al 7,02 % . Con uno scarto dello 0,67 % .
Golinucci Paolo
Pagina 5
(20 ottobre 1997) – Corriere della Sera