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TROPPI GLI ITALIANI AL VOLANTE CON IL TELEFONINO: il record negativo è condiviso da Verona e Forlì (16%)

Un automobilista italiano su otto (il 12,4%) utilizza il cellulare mentre è alla guida. Incurante del fatto che, secondo i dati Aci/Istat del 2013, la distrazione è la prima causa di incidenti stradali nel nostro Paese. Senza considerare l’eventuale multa, che può arrivare sino a 641 euro e alla perdita di 5 punti di patente. Patente di guida che può essere sospesa da 1 a 3 mesi se si viene «pizzicati» due volte in due anni.
Il dato allarmante è contenuto in una ricerca condotta dall’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps) su un campione di oltre 32mila automobilisti monitorati da volontari che hanno aderito alla campagna «Un messaggio salva la vita» e hanno monitorato le strade dello stivale in diversi intervalli orari. I rilevatori si sono appostati, dallo scorso novembre sino a pochi giorni fa, principalmente in alcuni degli incroci più trafficati d’Italia nelle fasce orarie di punta (dalle ore 8 alle 9, dalle 12 alle 13 e dalle 18 alle 19) e in diversi giorni della settimana. Poi l’Asaps ha elaborato diverse statistiche.
La «maglia nera» delle infrazioni spetta al Nord (42,2%), seguito dal Centro (29,3%) e dal Sud (28,5%). Fra le città, il record negativo è condiviso da Verona e Forlì (16%); seguono Torino e Palermo (14%); poi Roma (13,6%) e Napoli (13,5). Più virtuose sono Milano (12%) e Firenze (10,2%).
Dei 4.048 guidatori colti al telefonino, 3.057 sono risultati uomini (75,5%) e 991 (24,5%) donne. Per l’Asaps, curiosamente, le infrazioni aumentano vicino a scuole, centri commerciali, stadi e ospedali. Infine, uno su 5 dei «pizzicati» parlava mentre era fermo al semaforo rosso. Ignorando, forse, che anche questo è vietato dal Codice della Strada.
L’Asaps, in vista dell’esodo di San Silvestro, lancia un appello. «Speriamo — spiega il presidente, Giordano Biserni — che dopo i nostri dati gli italiani evitino di distrarsi alla guida con il telefonino per gli auguri. Aspettare di arrivare a destinazione e rispondere in sicurezza non significa essere scortesi». Tutt’altro.

Fonte : Alessio Ribaudo -Corriere della Sera 28/12/2013

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