Rc auto beffa: anche senza incidenti il premio può aumentare Sorpresa sotto il sole per le polizze rc auto: il blocco c’ è, ma non tutti potranno beneficiarne. Il decreto che congela le tariffe per chi non ha fatto incidenti rischia di trasformarsi in una clamorosa beffa. Alcune compagnie di assicurazione, interpretando alla lettera le disposizioni di legge, potranno infatti far crescere il costo della polizza anche per i guidatori più bravi. Dopo l’ articolo pubblicato il 5 giugno alcuni lettori ci hanno segnalato che la loro polizza in scadenza nel mese di giugno, ha un premio superiore a quello dell’ anno scorso, pur in assenza di sinistri. Strana situazione perché, lo ricordiamo, il decreto prevede misure per il contenimento dell’ inflazione nel settore assicurativo. Quali il congelamento per una anno delle tariffe rc, il divieto a modificare i coefficienti di determinazione del premio, il numero delle classi di bonus malus (ora 18), nonché le regole evolutive dei costi che prevedono variazioni del premio in relazione al verificarsi di incidenti. Al nostro bravo conducente sembravano garanzie sul fatto che il costo della polizza (premio), per un anno non sarebbe aumentato. Invece con il solleone è arrivata la sorpresa: nel braccio di ferro tra governo e compagnie di assicurazione, che ritengono le nuove norme lesive della libera concorrenza, a rimetterci è il consumatore. Ecco che cosa può capitare: la tariffa, sulla quale è costruito il premio, non viene modificata ma alcune compagnie eliminano una serie di sconti, definiti «flessibilità», precedentemente accordati all’ assicurato. Così, per fare un esempio, la tariffa ‘ 99 di 1.000.000, grazie allo sconto commerciale spuntato, era scesa a 900.000 lire. Ebbene, ora questa riduzione in molti casi non viene più confermata. In questo modo la compagnia rispetta la legge, in quanto la tariffa 2000 è pari a quella del ‘ 99 (1.000.000), ma l’ assicurato in effetti paga il 10% in più. Maggiore è stato lo sconto ottenuto l’ anno scorso, maggiore è l’ aumento a rischio. Anche l’ Isvap (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni), riconosce che il «blocco del premio» si riferisce alla tariffa in vigore al momento della stipula o del precedente rinnovo e non già al premio, eventualmente ridotto, applicato al contratto. E’ infatti facoltà dell’ impresa concedere o meno riduzioni per «flessibilità tariffaria». Fortunatamente non tutte le compagnie hanno imboccato le forbici e tagliato lo sconto. L’ altra opportunità introdotta con il decreto è quella di ottenere dalla propria assicurazione, in alternativa alla sola tariffa bonus malus, una formula mista, bonus malus con franchigia: in caso di incidente, l’ assicurato dovrà rifondere oltre allo scatto del malus (il 12% circa di aumento) anche l’ indennizzo fino a 500.000 o un milione. Lo sconto mediamente proposto dalle compagnie interpellate (il 2% su 500.000 e il 3,5% per 1.000.000) denota la scarsa volontà di voler far decollare questa formula. Basta pensare che in passato la tariffa «franchigia», usata in alternativa al bonus malus, comportava sconti di almeno il 15-20 per cento. Paolo Golinucci
Golinucci Paolo
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(19 giugno 2000) – Corriere Economia