polizze vita

Polizze, ricomincia una nuova vita. I prodotti tradizionali superano la crisi: nel 2001 hanno reso il 5,4% lordo. E tornano a essere acquistati

Un atterraggio morbido. I rendimenti continuano a scendere da un anno all’ altro, ma senza i forti ribassi che hanno contrassegnato gli altri prodotti previdenziali. E, soprattutto, con risultati, magari modesti, ma sempre positivi. Anche nel 2001 le polizze vita rivalutabili hanno retto la prova dei mercati e offerto agli investitori una protezione sostanzialmente efficace. E, dopo anni in cui sembravano una formula sorpassata, stanno ritrovando l’ interesse di un pubblico che sembra chiedere nel campo degli strumenti previdenziali e finanziari soprattutto sicurezza: performance magari non entusiasmanti ma a basso grado di rischio. Le gestioni separate (i fondi cui sono agganciate le polizze rivalutabili) hanno realizzato nel 2001 – considerando i primi 90 prodotti – un rendimento medio lordo del 5,4%, due punti in meno rispetto al 2000 ma salvaguardando in ogni caso i premi pagati dai sottoscrittori dato che l’ inflazione, nello stesso periodo, si è attestata al 2,7 per cento. Le gestioni separate hanno fatto meglio anche delle obbligazioni il cui rendimento Š stato del 4,9 lordo%, un naturale parametro di confronto dato che i fondi assicurativi investono soprattutto in titoli a reddito fisso. Tre fondi di Zurich Investments Life hanno spuntato rendimenti lordi a due cifre, dal 10,2 al 10%, cui corrispondono performance nette effettivamente riconosciute al sottoscrittore fra il 9 e l’ 8,5% (nella tabella per ogni compagnia sono indicate le due linee migliori). Secondo un’ indagine di Corriere Economia, che ha passato in rassegna i vari strumenti previdenziali, nel 2001 le polizze rivalutabili hanno vinto la sfida della pensione di scorta. Hanno offerto rendimenti medi di categoria superiori a quelli di altri prodotti con un profilo di rischio sostanzialmente analogo, come le linee monetarie e obbligazionarie dei fondi pensione aperti, ferme entrambe al 3,5%. Molto peggio hanno fatto le soluzioni più aggressive, come le linee azionarie delle unit-linked, le polizze agganciate a fondi comuni, che in media nel 2001 sono scese del 15,4%. “Nel 2001 – dice Roberto Gussoni, segretario della sezione tecnica assicurazioni vita dell’ Ania – le polizze rivalutabili hanno potuto contare soprattutto sulle cedole dei titoli a reddito fisso, che rappresentano gran parte degli attivi in portafoglio: non è certo venuta una grande spinta dalla componente azionaria, che negli ultimi anni è stata progressivamente aumentata da molte compagnie”. A differenza degli altri prodotti, le gestioni separate valorizzano gli attivi secondo il criterio del costo storico, cioè del prezzo di acquisto, e tengono conto solo delle plusvalenze e delle minusvalenze realizzate: i titoli in portafoglio, insomma, non subiscono variazioni di corso. Tutti gli altri prodotti, dalle unit linked ai fondi pensione aperti, si basano sul valore di mercato, che cambia ogni giorno. Lo stesso titolo (ad esempio un Btp), inserito nel portafoglio di una gestione separata o di un fondo aperto, in caso di variazione delle quotazioni viene trattato in maniera diversa. E’ una distinzione non da poco, che può portare a sensibili differenze nei rendimenti segnati dai vari strumenti previdenziali. “Il criterio del costo storico – spiega Gussoni – consente di offrire una continuit… di rendimenti nel tempo. Fornisce una fotografia meno aggiornata del valore di un portafoglio, ma offre un maggiore margine di manovra alla compagnia, che può stabilire il momento più opportuno per realizzare le plusvalenze, in modo da spalmarle in un arco di tempo più lungo. E’ un sistema coerente con le caratteristiche di un prodotto che offre un rendimento minimo garantito e il consolidamento dei risultati, cioè il riconoscimento a titolo definitivo dei risultati ottenuti anno dopo anno”. Le rivalutabili, insomma, offrono più sicurezza, in cambio di performance magari meno esaltanti: in un periodo di mercati in difficoltà, questa caratteristica sembra apprezzata in misura crescente dal pubblico. Dopo un periodo in cui avevano perso terreno a favore di prodotti come le unit linked, infatti, le rivalutabili stanno riguadagnando terreno. Secondo le rilevazioni dell’ Ania, nel primo trimestre dell’ anno hanno rappresentato il 44% dei nuovi contratti, con una crescita del 252% rispetto allo stesso periodo dell’ anno scorso. Un punto a sfavore è rappresentato dai costi, che nelle rivalutabili sono generalmente più elevati rispetto a quelli di prodotti più recenti come le unit o le index linked: per i vecchi contratti i caricamenti possono arrivare anche oltre il 15%. “Le spese sono mediamente più alte – riconosce Gussoni – ma in buona parte questo si deve proprio ai vantaggi offerti dal prodotto. E’ opportuno, quindi, richiedere sempre all’ intermediario di indicarli in dettaglio perch‚ non esiste un obbligo generalizzato di trasparenza”. Roberto E. Bagnoli Paolo Golinucci http://www.ania.it http://www.isvap.it

Bagnoli Roberto, Golinucci Paolo

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(3 giugno 2002) – Corriere Economia

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