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Polizze vita, come farle rendere

Quanto investire? E’ la prima domanda da porsi prima di sottoscrivere un’ assicurazione sulla vita per integrare l’ assegno della pensione. Occorre valutare gli anni che mancano al traguardo, quale sara’ l’ importo della pensione e di quanto sara’ inferiore al reddito abituale. E infine decidere, in base al costo dell’ operazione, se l’ integrazione deve essere totale oppure se conviene accontentarsi di un reddito inferiore. Perche’ una cosa e’ chiara: il costo puo’ essere molto elevato. E guardando i sei identikit disegnati qui sopra ognuno se ne puo’ rendere conto. GLI IDENTIKIT Gli esempi sono elaborati grazie a un programma informatico messo a punto dall’ Ifa (Istituto per la formazione professionale assicurativa), che consente di stimare l’ importo della pensione, di valutare qual e’ la differenza rispetto al reddito desiderato e di calcolare quanto investire in una polizza vita per coprire quella differenza (in tutto o in parte). I valori sono in lire attuali: tengono quindi conto dell’ inflazione ed esprimono cifre che corrispondono al potere di acquisto di oggi. Nell’ elaborazione si e’ ipotizzato inoltre che il reddito all’ eta’ della pensione sia uguale a quello attuale e che i guadagni crescano a un tasso reale del 2,2% annuo. QUALCHE CONTO Poco meno di 14 milioni e mezzo all’ anno per 20 anni. Oppure 189 milioni in una volta sola. Per la commerciante del primo esempio, costituirsi una rendita che le consenta di non diminuire le sue entrate, e’ un’ operazione decisamente costosa. Quarantenne, con 15 anni di contributi versati, andra’ in pensione fra 20 anni ma le spettera’ un assegno pari a meno della meta’ del suo reddito. Le soluzioni (in questo, come negli altri esempi riportati) possono essere diverse. La prima e’ una polizza di rendita, che garantisce quindi un assegno per tutta la vita, con controassicurazione (senza copertura per il caso di morte: agli eredi spetterebbe soltanto la restituzione dei premi versati, rivalutati), e con premio crescente di anno in anno. Anche la rendita e’ rivalutabile, cioe’ aumentera’ in base all’ andamento del fondo collegato alla polizza. Naturalmente, questa signora potra’ anche scegliere di incassare un assegno meno ricco. E’ probabile, d’ altra parte, che dopo i 60 anni le sue esigenze si riducano: soltanto per fare un esempio, oggi una parte dei suoi guadagni potrebbe servire per pagare un mutuo, ma domani questa necessita’ non ci sara’ piu’ . Per avere una rendita di 10 milioni dovra’ sborsare un premio annuo di circa 5 milioni. Oppure potrebbe scegliere una polizza che garantisca sempre una rendita vitalizia, ma a premio unico. Versera’ quindi un’ unica somma alla compagnia, di importo, ovviamente, molto piu’ consistente: con 189 milioni pagati subito nel 2016 iniziera’ a incassare i 27 milioni all’ anno che le servono. Le soluzioni sono insomma numerose. Ed e’ possibile anche combinare fra loro i due tipi di contratto. Per esempio versando 69 milioni una tantum, e 5 milioni all’ anno per 20 anni, la signora incasserebbe due rendite (20 milioni complessivi). Gli altri esempi seguono lo stesso schema, con differenze notevoli tuttavia per quanto riguarda gli importi da versare. Il dipendente cinquantenne dovrebbe colmare una differenza di soli 13 milioni e mezzo rispetto al suo reddito pre pensione: con un premio annuo inferiore a 3 milioni, o un versamento unico di 42, potrebbe avere una rendita di 12 milioni. ————————- PUBBLICATO —————————— TITOLO: Sei regole da conoscere – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Tenere sempre presenti le proprie esigenze. Sottoscrivere una polizza mista . cioe’ con copertura in caso di morte . quando non si hanno coniuge ne’ figli, per esempio, e’ del tutto inutile. Interpellare sempre piu’ compagnie, e confrontare i costi: oggi e’ piu’ semplice, dato che si puo’ chiedere a ognuna l’ incidenza dei caricamenti sui premi. Dare la preferenza ai prodotti nuovi, che di regola sono piu’ flessibili e meno costosi. Preferire i contratti che consentono il riscatto (annullamento del contratto e restituzione dei premi) fin dal primo anno. Ma ricordare che esercitare il riscatto nei primi cinque anni significa perdere i vantaggi fiscali. Verificare se il contratto prevede un rendimento minimo e il consolidamento dei risultati (la nota informativa lo deve specificare). In mancanza di queste garanzie, il rischio dell’ investimento e’ paragonabile a quello di un fondo comune. Ricordare che esiste la possibilita’ di esercitare, entro 30 giorni dalla stipula, il diritto di recesso. ————————- PUBBLICATO —————————— TITOLO: Meglio pensarci per tempo – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Affrontare per tempo il problema pensione e’ la soluzione migliore. Chi inizia oggi la sua attivita’ puo’ distribuire l’ investimento su molti anni riducendo cosi’ l’ impatto dei sacrifici. E’ il caso del giovane di 25 anni che, pagando fino al giorno della pensione, circa 800 mila lire l’ anno, si puo’ garantire una vecchiaia tranquilla. In un arco di tempo cosi’ lungo le cose, pero’ , possono cambiare e quindi bisognera’ essere pronti ad apportare i correttivi del caso. Simile la situazione dell’ impiegata di 35 anni: pagando 4 milioni per 25 anni (o 56 in un colpo solo) non avra’ problemi. All’ artigiano trentenne puo’ essere sufficiente una polizza da 3 milioni all’ anno. Chi invece e’ piu’ vicino alla pensione, se non ha ancora provveduto, si trova a dover affrontare un impegno notevole. Se il sessantenne, che andra’ in pensione fra cinque anni, vuole ritrovarsi con un reddito uguale a quello attuale (60 milioni), deve pagare ben 28 milioni all’ anno per cinque anni oppure un premio unico di 127 milioni. ————————- PUBBLICATO —————————— TITOLO: Quanto vale il part time – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Cosa succede alla pensione in caso di trasformazione da tempo pieno a part time? Lo chiede Francesco Chiapperini di Milano. A lui e ai lettori interessati ricordiamo che la materia e’ disciplinata dalla legge 863 del 19 dicembre 1984, articolo 5, comma 11, illustrata dalle circolari Inps n 53631 Ago del 24 dicembre ‘ 86 e 145 del 25 maggio ‘ 95. Per il raggiungimento del diritto i periodi di lavoro part time sono considerati alla stessa stregua di quelli a tempo pieno (ad esempio chi ha lavorato per 26 anni a tempo pieno e 9 a part time matura ugualmente i 35 anni per l’ anzianita’ ). Per il calcolo della pensione le settimane a part time valgono in proporzione all’ orario effettivamente svolto: ad esempio, due settimane a meta’ orario contrattuale valgono una. La retribuzione pensionabile delle settimane a part time viene rapportata alle settimane equivalenti a tempo pieno. Il periodo di riferimento per il calcolo della pensione, quindi, si allunga. ————————- PUBBLICATO —————————— TITOLO: Massima liberta’ nei pagamenti e nei riscatti – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Uno dei difetti delle polizze tradizionali era la loro immutabilita’ : una volta sottoscritto il contratto, non restava che portare fino in fondo l’ impegno, anche se nel frattempo erano mutate le esigenze. Cambiare idea significava spesso rimetterci. I nuovi contratti fanno invece della flessibilita’ il loro punto di forza. Si possono sottoscrivere, per esempio, polizze senza scadenza prefissata (“a vita intera”): l’ assicurato potra’ incassare il suo capitale o la rendita quando lo riterra’ piu’ opportuno. Sono di questo tipo, per esempio, la polizza Vita Star, della Nationale Suisse vita, la Open dell’ Abeille vita, o la Investimento diversificato della Winterthur vita (che inoltre prevede l’ investimento integrale dei premi). Diverse compagnie poi hanno lanciato polizze che possono essere gestite con la massima liberta’ . L’ unico obbligo del sottoscrittore e’ in sostanza il versamento di un premio. Negli anni successivi si potra’ versare quanto si vuole (o non versare). Anche i riscatti sono liberi (ma attenti al trattamento fiscale). Segnaliamo Conto polizza dinamico di Prudential vita, Intempo di Carivita (Cariplo), Provvedo di Montepaschi vita, Capitale su misura della Sai, Integra di Sanpaolo vita, Programma pensione di Assiba (Comit). Elementi di flessibilita’ caratterizzano anche Completa, di Mediolanum vita (ma non sui riscatti). Tra le novita’ la polizza Tredicesima mensilita’ , di Norwich union vita: a chi incassa la rendita spetta, a fine anno, una mensilita’ in piu’ (per chi sceglie il capitale c’ e’ la maggiorazione di un tredicesimo). ————————- PUBBLICATO —————————— PENSIONI INTEGRATIVE . 2 RENDIMENTI PIU’ ALTI MA ANCHE MAGGIORI RISCHI TITOLO: Un paracadute su misura Le assicurazioni lanciano prodotti super flessibili – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Isei lavoratori di questa nostra elaborazione hanno tutti scelto di arrotondare la pensione pubblica puntando su polizze di rendita (con premio annuo o unico). Si tratta dei prodotti piu’ adatti a risolvere un problema puramente previdenziale. Entrambi, infatti, garantiscono una rendita vitalizia (che verra’ corrisposta per tutta la vita dell’ assicurato). La rendita e’ rivalutabile: questo significa che l’ importo non e’ fisso, ma crescera’ di anno in anno in base all’ andamento del fondo collegato alla polizza. Sul mercato, pero’ , esistono anche tanti altri prodotti. Si va dai contratti piu’ tradizionali (polizza mista) a quelli piu’ innovativi. Vediamoli. UN PARACADUTE IN PIU’ Le polizze cosiddette miste, che fino a poco tempo fa erano le piu’ vendute, offrono una copertura aggiuntiva, quella contro la morte. In caso di decesso dell’ assicurato garantiscono un capitale agli eredi, nettamente superiore alla semplice restituzione dei premi prevista dalle polizze di rendita (la cosiddetta controassicurazione). Tuttavia il problema previdenziale e’ diventato cosi’ importante che conviene oggi separare i due aspetti: un giovane capofamiglia, con figli piccoli, puo’ sottoscrivere, a parte, una polizza per il caso morte temporanea, che copra cioe’ il periodo in cui i figli avrebbero maggiori difficolta’ ad affrontare un evento del genere. RENDITA O CAPITALE Anche le polizze di capitalizzazione, che corrispondono alla scadenza un capitale anziche’ una rendita, e che sono molto di moda, non rispondono in realta’ perfettamente alle esigenze previdenziali. Ritrovarsi, al momento della pensione, con un capitale, non significa infatti aver risolto il problema: chi cessa la propria attivita’ , e ha la prospettiva di vivere ancora a lungo, ma non puo’ sapere per quanto, ha tutto l’ interesse a garantirsi una rendita che gli dia una certa tranquillita’ futura. Una polizza di capitalizzazione, invece, puo’ essere un buon investimento finanziario, come un fondo comune o un giardinetto di titoli, ma non da’ quel tipo di sicurezza. Va detto tuttavia che, a differenza di quanto accade per esempio con i fondi di investimento, quando si sottoscrive una polizza vita e’ sempre possibile, alla scadenza o nel corso del contratto, modificare la prestazione inizialmente prevista. Esercitare questo tipo di opzione comporta un certo costo. Per esempio, chi decide per la rendita avendo scelto all’ origine il capitale, incassa una somma un po’ piu’ modesta di quella prevista se avesse fatto questa scelta dall’ inizio. Ma la penalizzazione e’ tanto piu’ modesta quanto prima si esercita l’ opzione. NUOVI PRODOTTI Il mercato delle assicurazioni vita in Italia sta in ogni caso attraversando un periodo di forte innovazione. Un primo scrollone l’ hanno dato le aziende di credito che per prime, attraverso quella che e’ stata chiamata “bancassicurazione” (cioe’ la cooperazione tra banche e compagnie per offrire prodotti assicurativi, particolarmente nel ramo vita), hanno iniziato a offrire polizze semplici, trasparenti e flessibili, con costi contenuti. E questo ha spinto molte compagnie “tradizionali” a rinnovare la gamma dei loro prodotti. Ma un cambiamento ancora piu’ importante e’ quello che viene dalla liberalizzazione del mercato assicurativo vita a livello europeo. Oggi le compagnie dell’ Unione europea possono vendere le loro polizze in regime di “libera prestazione di servizi” a tutti. E gia’ in Italia sono arrivate le prime polizze di nuovo tipo, contratti dove la componente di investimento e’ piu’ marcata. AZIONI IN PORTAFOGLIO Si tratta di prodotti gia’ collaudati all’ estero, soprattutto in Gran Bretagna, dove sono chiamati unit linked, cioe’ , letteralmente, legati all’ unit trust, al fondo di investimento. Anche le tradizionali polizze italiane funzionano sulla base di un fondo a gestione separata nel quale confluiscono i premi raccolti fra gli assicurati. Ma si tratta di grandi fondi investiti quasi esclusivamente in titoli di Stato. Nel caso delle unit linked, invece, gli investimenti sono del tutto simili a quelli dei fondi comuni, in cui la componente azionaria e quella estera possono avere un peso preponderante. Questo comporta una fondamentale differenza: non esiste, come nelle polizze tradizionali, un rendimento minimo garantito, ne’ la garanzia del consolidamento, anno per anno, del rendimento ottenuto. Esiste quindi un grado di rischio maggiore, e in sostanza l’ assicurato si affida alla capacita’ , che i mercati azionari hanno storicamente dimostrato, di dare, nel lungo periodo, risultati migliori di quelli obbligazionari. Anche se la flessibilita’ di questi prodotti consente a ciascuno di scegliere il mix che ritiene piu’ adatto fra investimenti azionari e obbligazionari. Per il momento, prodotti di questo tipo sono offerti da tre compagnie: Commercial union, con la Polizza europea (che a differenza delle altre e’ di diritto italiano, e quindi sottoposta all’ autorizzazione dell’ Isvap, l’ autorita’ di vigilanza italiana), Scottish equitable international, che ha sede in Lussemburgo e casa madre in Scozia (ma il controllo oggi e’ degli olandesi della Aegon), e Lombard, anch’ essa lussemburghese, controllata dalla britannica Standard life. ————————- PUBBLICATO —————————— PENSIONI INTEGRATIVE . 3 PIU’ TRASPARENZA NELLE POLIZZE TITOLO: CADE IL SEGRETO SUI COSTI OCCULTI – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – SI POSSONO CONOSCERE I COSTI DELLE POLIZZE VITA? Si’ . Ora le compagnie di assicurazione sono obbligate a comunicare i caricamenti. Cioe’ la parte del premio, pagato dal sottoscrittore, che non viene investita ma trattenuta dalla societa’ per coprire le proprie spese. Un vero e proprio costo occulto che . nelle polizze tradizionali . e’ mediamente del 15% del versamento annuo. E che finisce per incidere pesantemente sul rendimento finale. Cosi’ , ad esempio, se si versa un milione e i caricamenti sono del 15% vuol dire che ogni anno verranno messe a fruttare solo 850.000 lire. E meno soldi si investono minore sara’ il capitale o la rendita a cui si avra’ diritto. Ipotizzando sempre caricamenti del 15% e un tasso di rivalutazione del 9,5% a fine contratto il rendimento finanziario si riduce del 2,8%. E il cliente pero’ che deve richiedere queste informazioni, dopo di che le compagnie dovranno comunicarle per iscritto. L’ obbligo di svelare i caricamenti riguarda solo i nuovi contratti, cioe’ quelli sottoscritti dal ‘ 96. Chi ha gia’ una polizza vita puo’ richiedere lo stesso queste informazioni. Molte compagnie, anche se non sono obbligate a far cadere il velo sui costi occulti, si stanno prontamente adeguando. I DATI DEI PREVENTIVI SONO REALI O IPOTETICI? I dati riportati sul preventivo sono solo delle pure ipotesi: le compagnie non possono infatti garantire con certezza le performance per lunghi periodi. I dati, quindi, vanno letti con cautela. L’ Isvap . l’ organo di vigilanza sul settore . impone alle compagnie di fare ogni previsione sulla base di un tasso uguale per tutti e calcolato tenendo conto dell’ andamento dei mercati finanziari: attualmente il 10%. A conferma dell’ assoluta variabilita’ dei dati, da quest’ anno, in calce alla tabella del preventivo, ogni compagnia deve evidenziare a quanto ammontano le prestazioni a scadenza (sia come capitale sia come rendita) considerando anche un tasso lordo superiore e inferiore di un punto (11 e 9%). In un’ apposita tabella, inoltre, la Compagnia deve comunicare le performance riconosciute agli assicurati del proprio Fondo negli ultimi cinque anni, confrontate con i rendimenti netti di titoli di Stato e con l’ inflazione del periodo. DOPO QUANTI ANNI CONVIENE RISCATTARE LA POLIZZA? Riscattare una polizza non e’ mai un’ operazione conveniente. Di solito si ottiene una somma pari ai premi incassati (ma senza interessi) solo se e’ passato almeno meta’ del periodo di validita’ del contratto. Una vera e propria clausola capestro che ha danneggiato migliaia di assicurati: non sempre venivano informati sui rischi che correvano. Ora le cose sono destinate a cambiare. Tra i dati che le compagnie dovranno comunicare ai potenziali sottoscrittori ci sono anche, anno per anno, il valore di riscatto e quello di riduzione. Il primo corrisponde alla somma che si ritirera’ nel caso in cui si ponga fine anticipatamente al contratto. Il secondo rappresenta la cifra che, in caso di sospensione dei pagamenti, continuera’ a fruttare fino alla scadenza contrattuale. CHE COS’ E’ L’ ALIQUOTA DI RETROCESSIONE? E’ la quota del rendimento realizzato dalla compagnia che viene effettivamente riconosciuta al cliente. In genere e’ pari all’ 80%. Questo vuol dire che se la compagnia, investendo i premi raccolti, ha ottenuto un rendimento del 10% e la retrocessione e’ dell’ 80% il rendimento reale per il cliente sara’ dell’ 8%. Nella documentazione le compagnie devono precisare se gli utili vengono consolidati. Cioe’ se i risultati ottenuti sono acquisiti, cioe’ certi o se possono subire ulteriori riduzioni. C’ E’ UNA CLAUSOLA DI RIPENSAMENTO? Il cliente puo’ recedere dal contratto entro 30 giorni dalla sua conclusione. In questo caso l’ impresa di assicurazioni e’ tenuta al rimborso, al netto delle imposte, del premio eventualmente versato, con il diritto di trattenere le sole spese di emissione del contratto, se esplicitate nella proposta. COSI LE COMPAGNIE INFORMANO I CLIENTI (Esempio delle informazioni fornite ai potenziali clienti che vogliono sottoscrivere una polizza di capitale differito a premi unici ricorrenti. Il rendimento finanziario e’ il 10% annuo, l’ assicurato ha 40 anni, il versamento e’ di 2 milioni all’ anno per 20 anni.) Anno Versamenti cumulati Versamenti al netto del risparmio fiscale 22% Prestazioni assicurate (fine anno) RiscattoRiduzione a scadenza 1 2.000.000 1.560.000 1.924.675 7.968.898 2 4.000.000 3.120.000 3.996.587 15.371.496 3 6.000.000 4.680.000 6.227.001 22.248.039 4 8.000.000 6.240.000 8.826.205 29.881.698 5 10.000.000 7.800.000 11.494.120 36.058.283 6 12.000.000 9.360.000 14.427.274 44.196.339 7 14.000.000 10.920.000 17.604.613 49.785.145 8 16.000.000 12.480.000 21.046.465 54.944.444 9 18.000.000 14.040.000 24.826.311 61.212.535 10 20.000.000 15.600.000 28.929.334 65.710.799 11 22.000.000 17.160.000 33.383.165 69.854.758 12 24.000.000 18.720.000 38.217.799 73.672.317 13 26.000.000 20.280.000 43.555.889 78.478.446 14 28.000.000 21.840.000 49.362.397 81.765.614 15 30.000.000 23.400.000 55.678.425 84.787.595 16 32.000.000 24.960.000 62.548.685 87.565.794 17 34.000.000 26.520.000 70.021.810 90.119.869 18 36.000.000 28.080.000 78.150.702 92.467.911 19 38.000.000 29.640.000 86.992.905 94.626.528 20 40.000.000 31.200.000 96.611.010 96.611.010 LA MISURA DEL CARICAMENTO E’ DEL 7,5% ————————- PUBBLICATO —————————— TITOLO: Le voci da controllare prima di firmare – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Quali informazioni sono riportate nel preventivo di una polizza? Ecco come leggere i documenti consegnati dalle compagnie. Prima di dire si’ . Nella tabella qui sopra e’ riportato un esempio di preventivo, riguardante un quarantenne che investe due milioni l’ anno. Nella quarta colonna e’ espresso il valore di riscatto: cioe’ quanto si prendera’ chiudendo il contratto prima del tempo. Come si puo’ vedere l’ operazione e’ penalizzante fino al terzo quarto anno. Gia’ dal quinto il rimborso e’ superiore ai premi. Nell’ ultima colonna fa la sua apparizione da quest’ anno il valore di riduzione alla scadenza: e’ l’ importo del capitale o della rendita che, se si dovesse interrompere il pagamento dei premi prima del tempo, continuera’ a fruttare interessi secondo il rendimento della polizza negli anni successivi. Solo ipotesi. Attenzione: i dati espressi nel preventivo non si devono considerare garantiti: per quanto dedotti da valutazioni prudenziali, restano ipotetici. E per confermare questo concetto, ora le compagnie devono indicare anche le prestazioni ottenibili con un rendimento lordo superiore e inferiore di un punto a quello base (vedi i due foglietti qui sopra).

Conti Cristina, Golinucci Paolo

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(20 gennaio 1996) – Corriere della Sera

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