L’authority sulle assicurazioni in Francia rende pubblici i risultati della sua indagine sulle garanzie di “interruzione attività”. Chiede agli assicuratori interessati di chiarire le clausole ambigue.
Si tratta di un’indagine che il mercato ha aspettato o temuto dopo la polemica sulla copertura delle perdite operative scoppiate nel bel mezzo della crisi coronavirus. Di fronte alla cacofania del settore, tra chi risarcisce i propri clienti (hotel, ristoranti, aziende) , chi ha chiaramente escluso la pandemia dai loro contratti e quelli, come Axa,che sono oggetto di azioni legali, il “gendarme assicurativo” ha deciso di fare il punto sul mercato.La ACPR ( The Autorité de contrôle prudentiel et de résolution),ha intervistato 21 assicuratori autorizzati in Francia, che e’ “un campione rappresentativo della maggior parte del mercato per le garanzie di perdita operativa”. Sono coperture, sottoscritte in Francia da circa una società su due ( perdite operative da danni diretti) mentre una su cinque ha stipulato una garanzia per la perdite operative senza danni diretti) In totale, il mercato della perdita operativa rappresenta 354 milioni di euro di premi nel 2019, su un totale di 5 miliardi di euro per danni a immobili aziendali, e quasi 1,13 milioni assicurati.
Il Covid-19 non garantito per il 93,3% degli assicurati
L’analisi dell’ACPR conferma il discorso professato dalla Federazione francese delle assicurazioni dall’inizio della crisi: il Covid-19 è per il 93,3% degli assicurati, non garantito dai loro contratti, sia perché garantiscono solo perdite operative in caso di danni diretti alla proprietà (incendio, danni all’acqua), sia “più raramente” perché gli assicuratori si sono presi cura di escludere esplicitamente i contratti di pandemia dalla chiusura amministrativa dell’attività.
D’altra parte, il 2,6% degli assicurati nel campione ha diritto a un indennizzo per il Covid-19. Alcuni mesi fa, BPCE e Maaf hanno indicato che le loro garanzie contrattuali si applicavano alla chiusura amministrativa causata dal Covid-19. Dopo aver spiegato dai media che la pandemia non poteva essere coperta dagli assicuratori, Generali France e Axa France scoprirono in seguito che l’evento era coperto da “poche centinaia di contratti”.
Vigilanza sulla conoscenza dei contratti
L’ACPR invita gli assicuratori a vigilare sulla conoscenza dei loro portafogli. “La pandemia ha dimostrato che, nonostante le raccomandazioni formulate dalla ACPR negli ultimi quattro anni, la qualità dei sistemi informativi degli assicuratori è ancora troppo disomogenea. Le organizzazioni devono assicurarsi di avere una visione chiara del contenuto delle garanzie che ricevono i loro assicurati, anche per le generazioni più anziane di contratti o quando la distribuzione viene effettuata attraverso intermediari. In quest’ultimo caso, le agenzie devono formalizzare l’entità delle esenzioni concesse ai loro distributori e rafforzare il controllo delle delegazioni concesse”, sottolinea il supervisore.
Il 4% degli assicurati deve affrontare clausole ambigue
La mancanza di chiarezza dei contratti portò a diverse cause legali, tra cui quella intentata dal ristoratore Stéphane Manigold per Axa France, che gli aveva venduto un contratto di perdite operative tramite il suo broker Satec. Il cosiddetto “caso Credit Mutuel” ha anche evidenziato un dibattito di interpretazione sulle clausole di esclusione, con il bancassicuratore che si riferisce a una “clausola di Mérule” (funghi, microrganismi) per non applicare le sue garanzie di perdita operativa. L’ACPR ha quindi individuato dubbi circa l’applicazione di garanzie contrattuali per il 4% degli assicurati coperti dai 220 contratti del campione analizzato. “In questi casi, solo un’interpretazione del giudice eliminerebbe qualsiasi incertezza se gli assicuratori interessati, in caso di dubbio, non interpretassero il contratto a favore dell’Assicurato, ha affermato.

L’ACPR invita quindi gli assicuratori a “rivedere per il futuro la redazione di tutte le clausole contrattuali ambigue e a chiarire l’architettura generale dei contratti al fine di informare chiaramente gli assicurati dell’esatta portata delle loro garanzie”. Ricorda inoltre che sono tenuti a “rispondere, entro un tempo ragionevole, alle richieste di informazioni dell’assicurato sull’entità delle garanzie e sulle dichiarazioni di perdita, assicurandosi di chiarire eventuali rifiuti di garanzie”. Infine, fa un promemoria necessario: le azioni commerciali di natura diversificata fatte dagli assicuratori – il “mutuo premio di stimolo” di Credit Mutuel, le azioni analoghe di MMA, Crédit Agricole Insurance e Société Générale Insurance – “non possono portare a privare gli assicurati del loro diritto di ricorso in caso di sfida all’ambito delle clausole contrattuali. ».
Source:L’Argus