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RC AUTO – Tecnologia e multe: le guerre vinte (dagli altri)

Dalla Germania alla Gran Bretagna — dove guidare senza assicurazione del mezzo è un reato penale e i veicoli non assicurati sono meno del 3% — fino alla polizza di default imposta in Estonia. Facciamo un viaggio nei sistemi di controllo e prevenzione del Vecchio Continente, due settimane dopo la «smaterializzazione» del contrassegno Rc auto nel nostro Paese. Dopo 45 anni dall’introduzione della copertura Rca, dal 18 ottobre è caduto l’obbligo — per i 45 milioni di veicoli circolanti in Italia — di esposizione sul parabrezza del tagliando. Le forze dell’ordine potranno verificare con strumenti elettronici (Autovelox, Tutor, varchi di zone a traffico limitato, Telepass) il rispetto dell’obbligo di assicurare il veicolo, eluso nel nostro Paese da 3,9 milioni di automobilisti.

Faranno fede due banche dati: quella della Motorizzazione civile e quella dell’Ania. Per gli automobilisti c’è un’app «Ipatente» della Motorizzazione con cui verificare dalla targa se un’autovettura è regolarmente assicurata.

Pericoli seri

In Italia quasi il 9% dei veicoli risulta non coperto dall’Rc auto: oltre a violare la legge (la sanzione amministrativa va da 841 a 3.287 euro) circolare senza assicurazione mette a repentaglio la sicurezza di persone e cose, con ingenti danni alla collettività. Il Fondo di garanzia vittime della strada (Fgvs) gestito da Consap si occupa di risarcire nei limiti dei massimali minimi di legge i danni causati da veicoli non assicurati o assicurati con imprese «fallite», provocati da «pirati della strada» (veicoli non identificati) o da auto rubate. È alimentato da un contributo pari al 2,5% del premio Rc auto. Nel 2014 ha pagato 534 milioni di euro mentre da quando è stato istituito ha liquidato 7,8 miliardi e altri 2,9 miliardi di sinistri sono pendenti. Meno automobilisti pagano le polizze, meno risorse ha il fondo. È evidente quanto sia importante rafforzare la caccia ai veicoli «scoperti».

In altri Paesi europei la lotta alle vetture non assicurate attraverso l’utilizzo di banche dati informatizzate ha portato eccellenti risultati, come in Gran Bretagna. Nella tabella è indicato il livello di veicoli circolanti e di quelli sprovvisti di assicurazione Rc Auto in 14 Paesi europei: si va dal preoccupante tasso dell’ 8,7% detenuto dall’Italia (il parco circolante è pari a 45 milioni, fonte Ania), al 2,8% della Gran Bretagna, dove marciano 35,8 milioni di veicoli (fonte Dvla). Anche la Spagna fa meglio di noi: 0,35% di senza polizza su 33 milioni di parco macchine (Fonte Unespa). E ancora: la Germania con solo lo 0,04% di trasgressori su 53,7 milioni (fonte Gdv).

Guerre

I risultati degli altri, spesso, vengono dalla combinazione tra guerre informatiche e pene severe. In Gran Bretagna guidare senza polizza è un reato penale. L’uso di banche dati in dieci anni ha fatto crollare del 50% i numeri di chi va in giro senza copertura. Anche in Germania guidare senza assicurazione è un reato penale: non esistono contrassegni sul parabrezza, ma un sistema efficiente di registrazione e controllo con l’obbligo da parte della compagnia assicuratrice di notificare la cessazione del contratto presso la Motorizzazione. In Belgio si utilizza il database Veridass, che confronta le informazioni targa-licenza con le informazioni dell’assicurazione; i controlli dei veicoli a motore e strada avvengono con telecamere intelligenti. In Polonia il Fondo di garanzia ha un database di tutti i guidatori e di tutte le polizze e controlla le scadenze delle assicurazioni per individuare i conducenti che non prolungano la polizza, ma hanno comunque la proprietà dell’auto. In Estonia un’assicurazione automatica con un premio molto elevato viene assegnata di default dal Fondo di garanzia ai veicoli privi di assicurazione: un incentivo per i proprietari di auto a mettere in regola i loro veicoli nei tempi giusti o a cancellarli se non più circolanti.

Paolo Golinucci – 02 novembre 2015 . Corriere Economia – Corriere della Sera
02nov2015

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