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Polizze – Un partner in più per le piccole imprese

Il settore è sottotutelato e la metà dei manager considera le assicurazioni un ulteriore costo da affrontare Invece, in un periodo di crisi, possono offrire un paracadute per le Pmi e facilitare l’accesso al credito

Un ombrello piccolo, e per di più bucato. Le Pmi italiane sono fortemente sottoassicurate rispetto ai crescenti rischi dello scenario economico, e in un periodo di grave crisi questo le rende ancora più esposte e vulnerabili. In base a un’indagine Axa-Ipsos, fra le aziende di minore dimensione è molto scarsa la cultura della protezione. Un dato, questo, confermato da altre ricerche. Secondo l’Osservatorio sul risk management nelle Pmi condotto dal Politecnico di Milano per Cineas su un campione di 430 aziende, per il 47 per cento dei manager intervistati la gestione dei rischi rappresenta semplicemente un ulteriore costo da affrontare.
Errori di valutazione
«È un dato clamoroso, che dimostra quanto le Pmi siano indietro — sottolinea Paolo Rubini, presidente di Anra (l’Associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali), — mentre non è affatto sorprendente la tipologia dei rischi considerati prioritari, che con il 60 per cento delle risposte vede al primo posto quelli legati al credito, cioè all’insolvenza del debitore. Questo dato è confermato da molti broker: la nuova produzione viene quasi esclusivamente dalle polizze che coprono contro il rischio dei mancati pagamenti nelle transazioni commerciali, un fenomeno in crescita». Questi pericoli, però, non sono certo i soli che riguardano le aziende. «Al secondo posto, con il 53 per cento delle risposte vengono i rischi dei processi operativi, che comprendono eventi come incendio, rc e guasti macchine — spiega Rubini — e al terzo con il 51 per cento quelli strategici, per esempio i danni procurati da previsioni sbagliate sull’andamento dei mercati. In generale, comunque, si conferma la scarsa propensione delle Piccole e medie imprese a considerare il prodotto assicurativo come una delle scelte strategiche necessarie a dare solidità all’azienda: le Pmi non considerano le coperture come un vero e proprio salvagente».
Un esempio per tutti è quello delle calamità naturali, come alluvioni e terremoti. «Le compagnie offrono coperture a costi sostenibili — sostiene Rubini — bisogna però mettere a disposizione delle Pmi non solo una polizza, ma un vero e proprio servizio di gestione dei rischi che comprenda la prevenzione e i piani per consentire la continuità dell’attività aziendale in caso di sinistro».
Record emiliano
«La ridotta penetrazione delle coperture assicurative nelle Pmi è dovuta soprattutto alla scarsa percezione del rischio cui sono esposte — spiega Francesco Sgobio, senior consultant di Towers Watson —. Il terremoto in Emilia è stato, a livello mondiale, la terza calamità più grave del 2012, con un danno totale di 16 miliardi di dollari, ma solo il 10 per cento dei beni era assicurato. Per aumentare la penetrazione delle coperture contro le calamità naturali si potrebbe pensare a un Pool, regolamentato dallo Stato, analogo a quelli che esistono in altri Paesi, dalla Francia alla Spagna alla Turchia: garantirebbe una maggiore accessibilità a queste coperture da parte delle Pmi, consentirebbe di allargare il bacino di clienti delle compagnie, con una conseguente ricaduta positiva sulle tariffe e, a livello di sistema paese, ridurrebbe la necessità di trovare nuove risorse in caso di calamità».
Puntare all’estero
Per il settore assicurativo le Pmi rappresentano un comparto dalle evidenti potenzialità di crescita. «È necessaria però un’innovazione nei prodotti, in modo da soddisfare le esigenze emergenti — sottolinea Sgobio — per esempio attraverso coperture relative alle attività d’internazionalizzazione e quelle contro i danni indiretti, provocati dall’interruzione dell’attività, che spesso si rivelano maggiori di quelli diretti da cui derivano. Da parte delle compagnie, inoltre, occorre un approccio nuovo nella sottoscrizione dei rischi e nella distribuzione».
Flessibilità
Secondo un sondaggio internazionale condotto da Zurich, l’elevato livello di competitività e il calo della domanda sono i principali rischi che le Pmi stanno affrontando in tutto il mondo. Per far fronte a queste sfide, si sono impegnate soprattutto ad ampliare la propria attività verso nuovi segmenti di mercato e a espandere il proprio business all’estero. «In Italia si prevede che le imprese continuino a ridurre i costi e si pongano come principale obiettivo la ricerca di nuovi canali per allargare il bacino di clientela — sottolinea Marco Delpino, manager dell’area sottoscrizione di Zurich in Italia —, ci siamo mossi per tempo, anticipando alcune possibili necessità delle Pmi, e abbiamo studiato soluzioni assicurative modulabili e flessibili».

Fonte : Roberto E. Bagnoli – Corriere della Sera – Corriere Economia  lunedì’ 11 novembre 2013
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