Italiana assicurazioni e Allianz offrono in media le tariffe più basse. Poi Fondiaria. Le società online premiate per i servizi
Le polizze italiane Rc auto sono le più care d’Europa. A Napoli un giovane neopatentato arriva a spendere 2.500 euro l’anno, più del doppio di un suo coetaneo di Berlino o Monaco. Un guidatore esperto paga dai 590 euro diMilano ai 1.450 di Napoli, contro i 240 di una città tedesca. Per le due ruote, poi, la copertura obbligatoria costa anche dieci volte di più. Italiana assicurazioni e Allianz sono la compagnie più economiche per cinque profili di assicurati-tipo, seguite da Fondiaria-Sai. Le compagnie dirette (che operano per telefono o su Internet) sono quelle che registrano la maggiore soddisfazione della clientela. Direct Line, Genertel e Genialloyd figurano ai primi tre posti di questa classifica, elaborata in base ad alcuni parametri legati al servizio. È lo scenario della Rc auto in Italia che emerge da un rapporto, elaborato in esclusiva per CorrierEconomia, realizzato dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza, specializzato nell’analisi e comparazione di prodotti assicurativi e finanziari e indipendente da compagnie e operatori del settore. L’analisi fornisce un vero e proprio sigillo di qualità che può aiutare a far la scelta giusta per un prodotto che incide in maniera pesante sui bilanci delle famiglie.
Il mercato
Con circa 40 milioni di veicoli assicurati, il settore auto rappresenta quasi la metà dell’intera raccolta dei rami danni. E negli ultimi mesi è stato al centro di numerose modifiche: dall’obbligo per le compagnie di offrire uno sconto agli automobilisti che installano la scatola nera che rileva il comportamento alla guida (la normativa di attuazione è però ancora in cantiere) a quello per gli intermediari di fornire tre preventivi di compagnie che non appartengono allo stesso gruppo. Fino all’entrata in vigore della direttiva europea che ha vietato le discriminazioni tariffarie basate sul genere. Un provvedimento che, in molti casi, comporterà premi più elevati per le donne, che in precedenza pagavano meno in relazione alla minore frequenza di incidenti. L’analisi dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza comprende trentuno imprese, che rappresentano oltre il 95% del mercato Rc auto. A parte il confronto delle tariffe (vedi l’articolo qui a fianco), il rapporto approfondisce la qualità del servizio, analizzata attraverso un’indagine campionaria sulla soddisfazione della clientela e, in modo indiretto, dalla minore frequenza di sanzioni disposte dall’Isvap.
Cosa dicono i clienti
L’Istituto ha analizzato la soddisfazione degli assicurati attraverso un sondaggio online, condotto dall’istituto di ricerca ServiceValue, che ha coinvolto oltre 2.300 italiani: un campione che, grazie alla distribuzione delle caratteristiche rilevanti della massa totale, malgrado i numeri ridotti si può considerare rappresentativo dell’intera popolazione. Direct Line, seguita da Genertel e Genialloyd, è prima per quanto riguarda offerta di prodotti (intesa come assortimento, flessibilità e trasparenza), comunicazione con i clienti, assistenza in caso di problemi e rapporto fra prezzo e qualità del servizio. Genertel, seguita da Genialloyd e RealeMutua, risulta invece la migliore per il servizio di liquidazione dei sinistri, valutata attraverso cortesia del personale, importi adeguati e velocità nel disbrigo della pratica. A parte Reale Mutua (che utilizza il canale agenziale), questa classifica vede una netta supremazia delle compagnie che operano attraverso telefono e Internet.
I reclami
L’analisi ha riguardato infine l’andamento delle sanzioni comminate dall’Istituto di vigilanza, analizzate dalla società Resolving strategy finance. È un fenomeno piuttosto diffuso, che colpisce il 70% delle imprese e nell’84% dei casi riguarda appunto la Rc auto. Nel 2011 le compagnie più multate sono state Groupama, Unipol e Milano. Secondo l’indagine, nella maggior parte dei casi le sanzioni riguardano i termini entro cui le imprese devono formulare un’offerta di risarcimento. Un’altra area critica riguarda la violazione dell’obbligo a contrarre, cioè di prestare una copertura a chiunque la richieda, che in alcuni casi viene eluso con la fissazione di premi esorbitanti.
Roberto E. Bagnoli – Corriere della Sera – Inserto Corriere Economia – 13 gennaio 2013