IL PIL INGLESE SALIRA’ GRAZIE AI RIMBORSI. Grazie alle banche e malgrado le banche il Pil inglese potrà avere un sussulto all’insù. È l’effetto piacevolmente perverso della decisione dei regolatori inglesi che hanno condannato i maggior istituti di credito britannici ad accantonare 9 miliardi di sterline per ripagare i cosiddetti Ppi, Payment protection scheme, ovvero assicurazioni associate a mutui immobiliari piazzate a centinaia di migliaia di clienti con procedure a dir poco equivoche. Furono indotti a sottoscriverle persone che non avevano il titolo per riscuoterle, una responsabilità che la Fsa, la Consob inglese, ha imputato agli istituti di credito ordinando la restituzione delle somme. «L’effetto – commenta Simon Kirby economista del National institute of economic and social research (Niesr) – è analogo a un taglio delle tasse». La cifra è tale da aver indotto l’Office of Budget Responsibility, agenzia che tiene sotto monitoraggio i conti del Regno, a rivedere in crescita i dati sul reddito disponibile per le famiglie. Uno 0,5% in più che tiene conto solo parzialmente (si basa su 6 dei 9 miliardi accantonati) dell’effetto Ppi sui portafogli degli inglesi. Il denaro messo da parte per le banche è oltretutto una valutazione provvisorie e destinata, secondo alcune stime a crescere. C’è chi ipotizza che alla fine Lloyds e Hsbc, Santander, Rbs e Barclays dovranno restituire 15 miliardi di sterline ovvero l’1% del Pil britannico e questo avrebbe un effetto evidente sulla dinamica dell’economia nazionale. «Ritengo che un’iniezione di danaro pari all’1% del Pil in un anno – precisa Simon Kirby – possa produrre una crescita variabile dallo 0,1 allo 0,4%, ma forse anche di più». Dipende dalla tipologia di chi riceverà i rimborsi, un’analisi che non è ancora stata effettuata. Appare certo comunque che l’intervento della Fsa sugli istituti di credito avrà un impatto superiore alle manovre del governo di David Cameron in termini di stimolo ai consumi.
Così le banche inglese accusate di “passare” con il contagocce al Paese linee di credito, siano esse per le imprese o sottoforma di mutui immobiliare per le famiglie, si trovano costrette ad allargare i cordoni della borsa, tracciando immediatamente un effetto positivo in termini di sviluppo. Il caso Ppi affligge in misura del tutto diversa le banche coinvolte. Quella più colpita è Lloyds, colosso del retail, costretta ad accantonare 4,3 miliardi di sterline, Barclays e Rbs hanno messo da parte 1,3 miliardi ciascuna, Hsbc e Santander all’incirca un miliardo a testa. Dal gennaio 2011 al maggio 2012 sono già stati liquidati 5 miliardi circa di indennizzi per polizze pagate inutilmente perchè sostanzialmente inesigibili dai sottoscrittori.
Leonardo Maisano – Sole 24 ore – 08 agosto 2012