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Se la polizza batte il fondo. I vantaggi fiscali sono ridotti. Ma sono decisamente più flessibili. Ecco perché i vecchi contratti a volte convengono

PREVIDENZA Da gennaio le nuove regole Se la polizza batte il fondo I vantaggi fiscali sono ridotti. Ma sono decisamente più flessibili. Ecco perché i vecchi contratti a volte convengono Conto alla rovescia per scegliere la «vita» giusta. Da gennaio cambia radicalmente il trattamento tributario degli investimenti assicurativi. Gli sgravi fiscali saranno consistenti per gli strumenti squisitamente previdenziali – come i fondi pensione e le polizze con caratteristiche analoghe, che daranno diritto a una deduzione fino al 12% del reddito, con un tetto di 10 milioni – mentre spariranno del tutto per le assicurazioni unit linked e index linked e per i contratti tradizionali. Attenzione, però: le polizze stipulate entro il 31 dicembre continueranno a beneficiare della detrazione dei premi, pari al 19% di quanto versato fino a un massimo di 2,5 milioni all’ anno. In queste settimane le compagnie stanno facendo pressing sui clienti. Ma vale realmente la pena sottoscrivere una polizza vita? E quale tipo di contratto conviene scegliere? RENDIMENTI – Nella tabella pubblicata qui sotto sono riportati i migliori risultati ottenuti nel decennio dai principali fondi assicurativi: il rendimento medio del campione analizzato (quasi 80 prodotti) è stato del 9,24%. La performance è però scesa, nel 1999, al 5,61%. La drastica sforbiciata è dovuta ovviamente alla riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato, principale forma d’ investimento seguita dalle compagnie per tutte le polizze nate negli anni ‘ 80. VECCHI & NUOVI – I contratti, di stampo tradizionale, che vengono proposti agli assicurati in questi giorni, presentano però due differenze fondamentali rispetto alle formule proposte in passato. Il punto debole è la netta riduzione del rendimento minimo garantito, che passa dal 4% al 2,5%. L’ aspetto vantaggioso, invece, è dato dalla vistosa riduzione dei caricamenti (gli oneri che gravano sui premi versati dai sottoscrittori): questi calano dal 15% al 5-8%. Anche chi ha in corso una polizza vita, quindi, potrebbe chiedere la sua trasformazione in un prodotto con le attuali caratteristiche, magari optando per una formula più coraggiosa con una decisa quota di investimenti azionari. Le polizze vita tradizionali danno diritto a sconti ridotti rispetto a quelli previsti per i nuovi fondi pensione o i piani previdenziali individuali. Ma non per questo vanno trascurate. Presentano, infatti, alcuni punti di estremo interesse. Prima di tutto il consolidamento dei risultati; ciò significa che i rendimenti maturati anno dopo anno restano acquisiti per sempre. Il secondo vantaggio è dato dalla possibilità di impegnarsi per un periodo di tempo limitato (a partire da un minimo di cinque anni), mentre i fondi pensione legano il sottoscrittore per un periodo di tempo molto più lungo. Infine le prestazioni: alla conclusione del contratto si può incassare l’ intero capitale maturato, mentre i fondi pensione e le nuove forme previdenziali consentono d’ incassare al massimo il 50% (il resto deve essere corrisposto sotto forma di rendita). Ricordiamo che il capitale delle polizze vita viene tassato con un’ aliquota del 12,5% ma questa si applica solo sulla plusvalenza (la differenza tra il capitale e i versamenti effettuati). E sono previsti sconti per i contratti di durata superiore ai dieci anni. La rendita vitalizia, invece, è reddito imponibile per il 60%. Chi desidera acciuffare al volo questa scialuppa fiscale, dovrebbe scegliere, tra le polizze vita offerte dalle compagnie, quelle «a vita intera»: non hanno una durata prefissata, ma si interrompono a scelta dell’ assicurato. In questo modo si possono effettuare riscatti parziali del capitale maturato quando risulta necessario. INFORTUNI A RISCHIO – L’ anno nuovo porta novità anche per le polizze assicurative contro gli infortuni. I contratti stipulati dal 1° gennaio saranno detraibili dall’ Irpef solo se coprono un rischio di invalidità permanente superiore al 5%. Limite che finora non era previsto. Le polizze, quindi, escluderanno dall’ indennizzo tutti i piccoli traumi (ad esempio colpo di frusta, lievi lesioni al menisco, e così via). Questo vincolo non si applica però ai contratti stipulati entro il 31 dicembre. Conviene ricordare che il limite di 2,5 milioni per la detraibilità dei premi è cumulativo: comprende, cioè, sia le polizze vita, sia quelle contro gli infortuni. Paolo Golinucci

Golinucci Paolo

Pagina 24
(18 dicembre 2000) – Corriere Economia

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