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Se la pensione la dà il piano

PREVIDENZA INTEGRATIVA A confronto le caratteristiche dei nuovi «Fip» Se la pensione la dà il piano La pensione di scorta? Per trovare la più conveniente non bisogna solo scegliere il gestore più bravo. Ma anche quello meno caro, o meglio quello con la struttura di costi (caricamenti e spese di gestione) più bilanciata.Sono le considerazione che si ricavano mettendo a confronto le prestazione garantite da 12 piani pensionistici individuali, l’ alternativa ai Fondi pensione introdotta dalla riforma della previdenza integrativa. Anche se solo il tempo potrà dire quale scelta è stata vincente. Il confronto è stato fatto ipotizzando un versamento di 2.500 euro (4.840.000 lire) all’ anno, un rendimento del 5% (come previsto dall’ Isvap) e tenendo conto dei costi previsti. Come si può vedere dalla tabella polizze che hanno bassi caricamenti ma elevate spese di gestione annua producono un capitale più basso rispetto a quelle che, a fronte di una più cospicua trattenuta sul versamento, prevedono oneri periodici leggeri. Il confronto tra i vari prodotti è possibile dopo che l’ Isvap ha dettato precise regole sulla trasparenza. Nel documento che le compagnie possono consegnare ai clienti devono essere ipotizzate le somme accumulate anno dopo anno e la rendita finale: valori puramente teorici ma che danno un’ idea della potenzialità dello strumento. Nell’ elaborare il preventivo dovranno essere utilizzati due diversi tassi di redditività reale – cioè al netto dell’ inflazione – pari all’ 1% e al 3%, ipotizzando un’ inflazione del 2%. Così i rendimento nominali sono del 3% e 5%. Per una scelta consapevole bisogna però anche tenere conto delle peculiarità di questo strumento. Ricordiamo che le prestazioni finali sotto forma di rendita (o parzialmente anche di capitale) sono riconosciute solo al raggiungimento dell’ età per la vecchiaia (minimo 5 anni di permanenza) oppure dopo 15 anni e 57 di età.. Il riscatto totale o parziale del capitale maturato è consentito solo se trascorsi 8 anni e per necessità impellenti (acquisto o ristrutturazione prima casa per sé o figli; spese sanitarie o per periodi di congedo o formazione). Si può trasferire il patrimonio maturato tra i fondi della stessa polizza (switch) o ad altri strumenti previdenziali. I versamenti, al pari dei Fondi pensione, sono deducibili dall’ Irpef fino al 12% del reddito, con un massimo di 10 milioni (5.164 euro) Così con 65.000.000 di reddito (33.570 euro) e un versamento di 6 milioni (3.098,74 ) si possono recuperare, grazie alla deducibilità, 2.400.000 lire (1239,49 euro). Per i dipendenti sono previsti alcuni vincoli. I «piani» offrono diverse linee d’ investimento. Da quelle classiche che privilegiano le obbligazioni garantendo un rendimento minimo del 2-3% all’ anno e il consolidamento dei risultati, alle unit linked, legate ai fondi. In questo caso i risultati non sono acquisiti: il capitale può essere inferiore ai premi pagati ma i rendimenti dovrebbero essere più allettanti. A pagamento si possono stipulare coperture aggiuntive (rischio morte, «long term care»). Paolo Golinucci

Golinucci Paolo

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(3 settembre 2001) – Corriere Economia

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