polizze vita

I centauri? Una delusione

Beati i primi. Mentre gli ultimi devono ancora stringere i denti. Le index linked – le polizze vita agganciate a un paniere di titoli o di azioni – non hanno deluso i fan della prima ora. Ma chi ha scelto questi prodotti sull’ onda del loro successo, e delle aggressive campagna pubblicitarie che le promuovevano, deve incrociare le dita e sperare in una frenetica e lunga corsa del Toro. Lanciate come la soluzione ideale per investire in Borsa con il paracadute – cioè garantendo la restituzione del capitale più un bonus – alla prova dei fatti molte di questi prodotti, detti centauri perché accoppiano un contratto assicurativo con l’ investimento in Borsa, hanno dimostrato di avere un paracadute assai poco sicuro. Alla scadenza, infatti, riconosceranno rendimenti nettamente inferiori a quelli che si sarebbe ottenuti investendo la stessa somma su un tranquillo Btp. Sono queste le considerazioni che si possono ricavare dalla tabella pubblicata qui a fianco che esamina 27 polizze index linked emesse dal 1997 al 2003 con scadenza che va dal 2005 al 2009. Per ogni prodotto vengono indicati tre dati fondamentali: il minimo garantito a scadenza. Cioè il rendimento offerto dalla polizza se si perderà la scommessa sulla Borsa; il valore raggiunto dalla polizza a fine aprile (o meglio il valore del titolo obbligazionario che contiene la performance). Questo dato serve per farsi un’ idea di quanto i mercati siano andati nella direzione sperata; il valore di riscatto nel caso in cui il sottoscrittore volesse uscire prima del tempo. Su 27 prodotti solo due hanno ha un valore attuale superiore al minimo garantito e quindi si può dire che, finora, la scommessa su un rialzo della Borsa è risultata vincente per l’ investitore. In 10 casi su 27, invece, il sottoscrittore che volesse chiedere il rimborso anticipato incasserebbe meno di quanto versato. Per lo più si tratta di contratti recenti e quindi è presto per tirare una conclusione definitiva. Ma quanti dei sottoscrittori sono a conoscenza che chiudendo la polizza prima del tempo non c’ è alcuna protezione del capitale investito? Altre 4 o 5 polizze hanno un valore di riscatto intorno alla pari: tenendo conto dell’ inflazione e delle spese, quindi, l’ investimento finora è in rosso. I dati sono aggiornati a fine aprile in un momento positivo per i mercati finanziari che nelle settimane successive hanno perso più di qualche colpo. Come si può vedere le polizze di vecchia data sono quelle che hanno offerto i risultati migliori. O meno deludenti. Ad esempio Previndex 10/97, lanciata da Milano assicurazioni e legata all’ indice Dax tedesco, ha un minimo garantito del 167% ma chi volesse riscattarla ora incasserebbe il 183,73%, con una performance del 12% annuo (poco più del 9% annuo composto). La soluzione di Fondiaria, legata alla borsa tedesca, Unico in Borsa 6/97, riconosce in caso di riscatto il 165,31% di quanto investito. Anche My life indice – creata dal Lloyd Adriatico nel 1997 con prestazioni agganciate agli indici Smi (Svizzera), Dax (Germania) e Mib 30 – garantisce una somma superiore al minimo garantito con un rendimento annuo del 5%. Deludenti le performance delle polizze iniziate dopo il giro di boa del nuovo millennio: a due o tre anni dalla scadenza molte sono ancora sotto la pari. Un altro dato da sottolineare è la progressiva riduzione del rendimento minimo previsto. Se le polizze lanciate nel 1997 garantivano, nella formula decennale, un rendimento minimo anche del 60-79%, quelle più recenti sono decisamente avare. E’ vero che i tassi sono ulteriormente scesi, ma garantire solo il capitale investito è davvero poco. Paolo Golinucci

Golinucci Paolo

Pagina 15
(21 giugno 2004) – Corriere Economia

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