Per le aziende la pandemia da coronavirus ha prodotto pesantissimi danni “immateriali” , diversi da quelli “materiali e diretti” (come i danni da incendio, furto, eventi naturali ) che vengono normalmente tutelati assicurando i “beni aziendali” come i fabbricati, macchinari, attrezzature , merci.
Se la “cassa integrazione guadagni” è una assicurazione pubblica che eroga una prestazione economica ai lavoratori delle aziende che hanno sospeso l’attività causa Covid 19 , pressochè nulli sono i rimborsi che le assicurazioni private prevedono con le polizze standard per le aziende, anche se dal nome altisonante ( es. “All risks”) . Se da titolo appaiono come assicurazioni “tutti i rischi” , leggendo le esclusioni si puo’ notare che non coprono i “danni immateriali” , le “perdite di profitto” , quali il mancato guadagno per chiusura temporanea dell’attività. Oppure se e’ prevista una apposita sezione per “Perdita Profitto” ( LOSS OF PROFIT) questa tutela rimborsa la perdita di affari subiti a causa di un danno materiale, quale ad esempio l’incendio del fabbricato aziendale od il suo danneggiamento per un evento atmosferico quale una tromba d’aria , con la conseguente chiusura temporanea dell’attività. Per una tutela dell’azienda a 360 gradi è fondamentale adottare un

PROCESSO DI RISK MANAGEMENT per avere a) Identificazione di tutti i rischi, anche quelli che di base le assicurazioni non offrono; b) Valutazione dei Rischi , identificandone FREQUENZA ed INTENSITA’ ; c) tecniche per il TRATTAMENTO DEI RISCHI tra cui eliminazione, ritenzione, riduzione e trasferimento. Il finanziamento dei rischi riveste un aspetto molto importante, anche per gli appropriati calcoli sulla marginalita’ dell’impresa : ora le aziende, abituate ad avere tassi assicurativi sulle tradizionali polizze Property , nell’ordine dell’ 1-1,5 per mille delle somme assicurate, sono disposte a pagare tassi di 10-20 volte piu’ alti per coprire i rischi non assicurabili su basi standard ? L’esempio dell’assicurazione “danni propri contro la pandemia” predisposta dagli organizzatori di Wimbledon, il principale torneo di tennis sull’erba del mondo, che quest’anno ha utilizzato per assicurare le perdite da cancellazione dell’evento ci puo’ aiutare a riflettere. Hanno fatto l’assicurazione nel 2003 , pagando il 13 per mille della somma assicurata , e dopo 17 anni il rimborso di 114 milioni di sterline, come riportato dalla rivista specializza Insurance_edge , e’stato un ottimo finanziamento, costato in totale il 22% del capitale rimborsato.
Dopo la recente notizia che Wimbledon, un prestigioso torneo di tennis del Regno Unito, riceverà oltre 100 milioni di sterline dalla sua assicurazione pandemica, Ben Carey-Evans, Insurance Analyst di GlobalData, condivide le sue intuizioni sugli eventi preparativi per pandemie come il coronavirus (COVID-19) focolaio:
“Wimbledon ha dimostrato che è un passo avanti rispetto alla maggior parte delle aziende, avendo un’assicurazione in atto per gli eventi attuali come i coronavirus. Ha pagato circa 1,5 milioni di sterline all’anno per l’assicurazione pandemica da quando ha preso atto dell’epidemia di SARS nel 2003. Ha versato circa 25,5 milioni di sterline nel corso del periodo di 17 anni, ed è destinato a recuperare circa 114 milioni di sterline), il che lo rende un investimento molto sensato.” (source insurance-edge )
Questo esempio puo’ aiutare le aziende ad intraprendere , dopo la ripartenza da COVID-19, un Processo di Risk Management, di vitale importanza per le PMI.