Una delle violazioni più grandi ai danni di un servizio finanziario. L’hackeraggio rivelato da Capital One, banca con base in Virginia e nota per l’attività nel settore delle carte di credito, potrebbe entrare nella storia. Secondo le ultime ricostruzioni, il data breach — avvenuto tra il 12 marzo e il 17 luglio — interessa oltre 106 milioni di clienti tra Stati Uniti e Canada. Gli investigatori ritengono che siano stati sottratti anche migliaia di account previdenziali e bancari. Dietro il furto ci sarebbe una giovane hacker. L’Fbi ha arrestato una donna di Seattle, Paige Thompson, ingegnere software di 33 anni che in passato ha lavorato per Amazon Web Service. A incastrarla dei post online. L’Fbi ha notato Thompson per la sua audacia nel definirsi una hacker. Gli agenti federali hanno seguito le sue tracce sul web e sono riusciti a identificarla come l’autrice dei post su Twitter e Slack in cui descriveva l’attacco a Capital One.
L’accusa per la donna è di frode informatica e rischia fino a 5 anni di carcere. Sarebbe riuscita a sfruttare una «vulnerabilità di configurazione» nella strutture informatiche dell’azienda. Il presidente della banca, Richard Fairbank, si è scusato con i suoi clienti, dicendosi «grato che la responsabile sia stata catturata», ma anche «profondamente dispiaciuto per quanto è accaduto». Dopo il furto di dati la società è calata a Wall Street: i titoli hanno perso il 6,11 per cento. Capital One prevede che il pirataggio costerà alla compagnia tra i 100 e i 150 milioni di dollari. Ma gli analisti ritengono che il conto sarà più salato considerati i 700 milioni di dollari che Equifax, agenzia di valutazione del credito, ha patteggiato con le autorità americane per il cyber attacco del 2017 che ha coinvolto 143 milioni di clienti.
Corriere della Sera 31/07/2019 -Diana Cavalcoli clicca qui
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