Novità in arrivo per oltre 40 milioni di assicurati Rc auto: la parola d’ordine è «dematerializzazione», cioè scomparsa dei documenti cartacei. Il processo dovrebbe contribuire a ridurre le frodi (oggi molto diffuse) e, quindi, a contenere le tariffe. Ecco che cosa cambierà.
La prima novità è che scompare l’attestato di rischio. Dal primo luglio gli assicurati non riceveranno più il documento, che indica il numero d’incidenti provocati nel quinquennio precedente e la classe di bonus malus universale per il passaggio da una compagnia all’altra. Finora veniva inviato all’assicurato almeno 30 giorni prima della scadenza della polizza; in base alle regole stabilite dall’Ivass (l’Istituto di vigilanza sul settore presieduto da Salvatore Rossi), il documento sarà disponibile in un’apposita sezione nell’area riservata sul sito della compagnia.
Validità
Le imprese renderanno nota la possibilità di richiedere le credenziali di accesso, e quest’informazione dovrà essere comunicata anche alla sottoscrizione del contratto. In aggiunta potranno utilizzare anche altri strumenti di comunicazione come Facebook e WhatsApp.
Per i contratti acquisiti attraverso intermediari (per esempio gli agenti), su richiesta del cliente le compagnie dovranno fornire una stampa dell’attestato, senza applicazione di costi, ma i documenti così rilasciati non potranno essere utilizzati per la stipula di un nuovo contratto. Gli assicurati potranno richiedere in ogni momento l’attestazione e le imprese dovranno mandarla in via telematica entro 15 giorni. Anche in questo caso, però, il documento non potrà essere utilizzato per sottoscrivere una nuova polizza. Tutte le informazioni confluiranno nella banca dati Atrc: le informazioni potranno essere consultate dalle imprese assicuratrici e dai loro intermediari e saranno le sole valide per sottoscrivere un nuovo contratto, in modo da impedire contraffazioni dei documenti cartacei.
«In questi mesi le compagnie hanno implementato la banca dati e ora sono pronte a partire con il nuovo sistema — dice Umberto Guidoni, responsabile auto dell’Ania e segretario dalla Fondazione per la sicurezza stradale della stessa associazione —. In caso di errori nell’immissione dei dati, relativi ai dati anagrafici o ai sinistri, gli assicurati potranno comunicarlo alla compagnia, che farà subito le correzioni. Questo impedirà le falsificazioni degli attestati di rischio, come avveniva sinora».
Evasione
La seconda novità scatterà invece il 18 ottobre: niente più contrassegno. Anche il tagliando che comprova l’esistenza della copertura assicurativa, e che attualmente dev’essere esposto sul parabrezza, scomparirà. Tutti i controlli verranno eseguiti in via telematica attraverso una banca dati, basata sulle targhe dei veicoli, presso la Motorizzazione. «Tutte le telecamere di sorveglianza esistenti sulle strade, dai Tutor alle Ztl, potranno verificare automaticamente l’esistenza di una copertura assicurativa abbinata a quella targa — commenta Guidoni —. Diventerà molto più efficace la lotta all’evasione dell’obbligo, che interessa circa 3,5 milioni di veicoli particolarmente concentrati in alcune regioni».
In caso d’incidente provocato da un veicolo non assicurato, interviene il Fondo di garanzia sulle vittime della strada, finanziato dagli automobilisti con il 2,5% sui premi. Ci sarà un impatto positivo sulle tariffe, che in Italia restano molto alte? «Queste due misure possono contribuire efficacemente a ridurre le frodi relative ai sinistri pregressi e l’evasione all’obbligo contributivo — sottolinea Guidoni —. Quindi c’è da attendersi una ricaduta positiva sui prezzi».
Fonte : Roberto E. Bagnoli – CorriereEconomia – Corriere della Sera 06/07/2015