polizze

ASSICURAZIONE PER GIORNALISTI – uno scudo in difesa del professionista

E’ attiva tramite GOLINUCCI srl una specifica assicurazione di responsabilità civile professionale del giornalista , a cui possono aderire individualmente pubblicisti o dipendenti ; le garanzie sono state studiate “sul campo” sulla scorta della mia esperienza ventennale come pubblicista , nonchè titolare della Golinucci srl : sono garantite le richieste danni per responsabilità professionale, violazione privacy, proprietà intellettuale . E’ un ombrello protettivo per coloro che lavorano autonomamente, senza copertura assicurativa da parte degli editori. Il costo annuo della polizza parte da 400 euro, usufruendo dello sconto promozionale valido entro il 30 Giugno. Per aderire alla promozione, effettuare il download del questionario informativo ed inviarlo, dopo averlo compilato, all’indirizzo email info@golinucci.it oppure mediante fax al numero 0547 25382. Per ulteriori informazioni : inviare email a : press@golinucci.it oppure chiamare 392 3626336 (Paolo Golinucci).

images

Ecco alcune esempi di contestazioni a coloro che hanno pubblicato i loro servizi su carta stampata, TV , siti online , social network (giornalisti, utenti di Twitter,..) : 1.Risarcimento di 41.000 euro: Il tribunale:”non vero”lo shopping di Kirchner, Corriere della Sera condannato per un articolo . Il quotidiano nel 2008 aveva scritto che la presidente argentina, a Roma per il vertice Fao, aveva fatto acquisti.

Nel 2008 un articolo del Corriere della Sera aveva raccontato che la presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner, a Roma per il vertice Fao (l’organizzazione internazionale che si batte contro la fame nel mondo), si era dedicata a un pomeriggio di shopping sfrenato. Ma il Tribunale di Roma ha deciso che il quotidiano aveva scritto una falsità: così il Corriere è stato condannato in primo grado a pagare un risarcimento di 41 mila euro (a fronte di una richiesta di 300 mila) che, ha spiegato la stessa Kirchner, «saranno devoluti a un ospedale della città di La Plata, colpita un mese fa da un’inondazione che ha provocato morti e danni ingenti». I legali del Corriere della Sera, che hanno sostenuto durante il dibattimento che la giornalista autrice dell’articolo aveva riferito in buona fede notizie apprese da fonte attendibile, hanno annunciato che interporranno appello.

Fonte : Corriere della Sera  03/05/2013

2. I Creatori della serie televisiva Homeland sono stati minacciati con una querela per aver screditato la città di Beirut in un recente episodio dello show. La minaccia è venuto dal ministro del Turismo libanese  che ha detto che le riprese “non rappresentavano la realtà” e potrebbero danneggiare il turismo libanese. Riferisce la BBC che sono stati citati in giudizio il regista e produttore dello show.

3. Richiesta danni di 185.000 sterline per diffamazione per un’inchiesta su  presunto pedofilo . La vicenda riguarda un uomo pubblico inglese che sarebbe stato falsamento marchiato come pedofilo attraverso un’inchiesta pubblicata dalla BBC e poi amplificata tramite la rete internet ed i social network. L’avvocato difensore ha detto che coloro che sono sospettati di diffamazione tramite post avrebbero ricevuto una richiesta danni : si tratterebbe di accuse pubblicate su Twitter sia da personaggi pubblici  di “alto profilo” con molti “followers” ma anche da “persone comuni” che hanno replicato le accuse, “re-twittando” un post da prodotto da “opinion leader” , che rischiano grosso anche loro. Questo caso  potrebbe cambiare il modo in cui Internet è sorvegliato e  rendere gli utenti molto più responsabili di ciò che pubblicano on-line.

4. Mamma fa causa per 75.000 dollari per cyber bullismo . In USA la  madre di una adolescente che è stata vittima di bullismo ha citato in giudizio una scuola in Oklahoma, Twitter, due studenti e ai loro genitori. Sua figlia, è stata fisicamente trattenuta da due compagni  giocatori di basket e fotografata in abbigliamento intimo. La foto è stata poi pubblicata sul sito di social media Twitter. La madre sostiene che sua figlia era verbalmente e fisicamente aggredita per la restante parte dell’anno a seguito del post sul social network.
E contesta che la scuola non ha fornito una ragionevole cura nella gestione dello spogliatoio  dove gli studenti devono spogliarsi di fronte agli altri.

 

Hai trovato interessante questo articolo? Condividilo con i tuoi amici online 

Rispondi