
Storica sentenza ieri della Alta Corte di Giustizia a Londra, in materia di assicurazioni per “Perdite di Affari da Covid-19” , che illumina per la sua importanza e mole di assicurati coinvolti, anche gli altri Paesi europei, dove le aziende sono alle prese con pesanti perdite dovute alla crisi pandemica.La sentenza, “test case” vedeva di fronte FCA ( l’authority britannica per le assicurazioni e finanza ) in rappresentanza di 370.000 assicurati , a 8 imprese di assicurazione coinvolte direttamente ( Arch, Argenta, Ecclesiastical, Hiscox, MS Amlin, QBE, RSA) e a 60 indirettamente. Il motivo del contendere era fare chiarezza – evitando migliaia di cause individuali – sul diritto al risarcimento degli assicurati – titolari di attività commerciali come ristoranti, alberghi, cinema, PMI – possessori di polizze con la clausola “BI – Business Interruption” (“interruzione attivita’ “) per la Perdita di Affari subita a causa della chiusura delle loro attività per il lockdown causato dal Covid-19. L’Alta Corte si e’ espressa a favore di FCA e degli assicurati sulla maggior parte dei casi, con risarcimenti in arrivo per migliaia di assicurati interessati da mancati affari legati a Covid: la sentenza del 15/09/2020 di Lord Justice Flaux e Justice Butcher ha fatto seguito a due settimane di discussione legale in tribunale lo scorso luglio.Christopher Woolard, Amministratore Delegato ad interim della FCA, ha commentato: “Abbiamo portato il “test case” (caso di prova) al fine di risolvere la mancanza di chiarezza e certezza che esisteva per molti assicurati che effettuavano richieste di interruzione aziendale. Siamo lieti che la Corte si sia sostanzialmente trovata a favore delle argomentazioni che abbiamo presentato sulla maggior parte delle questioni chiave. La sentenza odierna è un passo significativo per risolvere l’incertezza che gli assicurati devono affrontare. Il coronavirus sta causando notevoli perdite e sofferenze alle imprese e molti sono sotto un’enorme pressione finanziaria per rimanere a galla. Il nostro obiettivo in tutta questa azione giudiziaria è stato quello di ottenere chiarezza per la più ampia gamma di parti possibile, il più rapidamente possibile e la sentenza odierna rimuove un gran numero di tali ostacoli alle richieste di risarcimento.”
L’obiettivo della FCA nel portare avanti il “test case” era quello di chiarire con urgenza le questioni chiave di incertezza contrattuale per il maggior numero possibile di assicurati e assicuratori. La FCA lo ha fatto selezionando un campione rappresentativo di testi di polizza emesse da otto assicuratori. Il ruolo della FCA era quello di presentare le argomentazioni degli assicurati al loro migliore vantaggio nell’interesse pubblico. 370.000 assicurati sono stati identificati come titolari di polizze che potevano essere influenzate dalla sentenza. Il “test case” ha eliminato la necessità per gli assicurati di risolvere individualmente molte questioni chiave di incertezza contrattuale e di causalità con i loro assicuratori. Ha permesso loro di beneficiare del team legale esperto assemblato dalla FCA, fornendo una soluzione relativamente rapida ed economica all’incertezza giuridica nel mercato assicurativo per l’interruzione aziendale da Covid.
In Italia ,a differenza del Regno Unito , e’ poco diffusa la copertura assicurativa “Interruzione di Attività” , che garantisce dalle perdite economiche subite da un’impresa se deve tenere chiusa l’attività, come e’ stato nella scorsa primavera per il coronavirus. Alcune controversie, segnalate anche all’IVASS ( autorita’ di vigilanza sulle assicurazioni) riguardano alberghi e ristoranti che si vedono negare dall’assicuratore il diritto al risarcimento per la perdita di affari durante il lockdown, pur in presenza di una clausola “interruzione d’attività”,per la chiusura imposta dall’Autorità per motivi sanitari. La importante sentenza dell’Alta Corte di Giustizia di Londra dovrebbe rafforzare i diritti degli assicurati italiani costretti a ricorrere ai Tribunali per avere giustizia.La stessa IVASS ha segnalato su suo sito http://www.ivass.it alla sezione notizie il 16 luglio scorso che la Commissione Europea invita gli assicuratori a trattare al meglio gli assicurati che hanno sinistri a causa del Covid-19 .”Gli assicuratori sono incoraggiati a rimborsare i sinistri legittimi il piu’ rapidamente possibile nelle circostanze attuali. Cio’ significa anche valutare e risolvere rapidamente eventuali controversie in materia di copertura ed esclusioni, tenendo conto degli interessi di tutti gli assicurati”
In Francia. L’authority francese sulle assicurazioni ACPR ( The Autorité de contrôle prudentiel et de résolution) ha reso pubblici i risultati della sua indagine sulle garanzie di “interruzione attività”. Chiede agli assicuratori interessati di chiarire le clausole ambigue.Si tratta di un’indagine che il mercato ha aspettato o temuto dopo la polemica sulla copertura delle perdite operative scoppiate nel bel mezzo della crisi coronavirus. Di fronte alla cacofania del settore, tra chi risarcisce i propri clienti (hotel, ristoranti, aziende) , chi ha chiaramente escluso la pandemia dai contratti ed altri,che hanno fatto ricorso ad azioni legali, il “gendarme assicurativo” ha deciso di fare il punto sul mercato.La ACPR,ha intervistato 21 assicuratori,“un campione rappresentativo della maggior parte del mercato per le garanzie di perdita operativa”. Sono coperture, sottoscritte in Francia da circa una società su due ( perdite operative da danni diretti) mentre una su cinque ha stipulato una garanzia per la perdite operative senza danni diretti. In totale, il mercato della perdita operativa rappresenta 354 milioni di euro di premi nel 2019, su un totale di 5 miliardi di euro per danni a immobili aziendali, e quasi 1,13 milioni assicurati.Il Covid-19 non è garantito per il 93,3% degli assicurati. L’analisi dell’ACPR conferma il discorso professato dalla Federazione francese delle assicurazioni dall’inizio della crisi: il Covid-19 è per il 93% degli assicurati, non garantito dai loro contratti, sia perché garantiscono solo perdite operative in caso di danni diretti alla proprietà (incendio, danni all’acqua), sia “più raramente” perché gli assicuratori si sono presi cura di escludere esplicitamente la pandemia. Il 7% degli assicurati che avrebbero la clausola a tutela della chiusura attività da Covid, si trovano per metà ad avere “clausole ambigue” e l’Autorithy francese invita gli assicuratori a fare chiarezza con i propri clienti, senza invocare il giudizio di Tribunali.
Una lezione da questa complicata storia che abbraccia le vite di centinaia di migliaia di persone ed assicurati, e’ riconoscere il ruolo importante per districarsi in questa marea di clausole contrattuali delle polizze – che nella forma standard non sono pienamente adeguate alle esigenze dei Clienti – del broker assicurativo, distributore assicurativo non vincolato alle Imprese di Assicurazione, che con l’esperienza maturata, puo’ fornire consulenza al Cliente per modificare i contenuti delle clausole da far approvare agi assicuratori, e rendere la polizza piu’ adeguata alle esigenze di aziende PMI, ristoranti, alberghi.
